martedì 27 settembre 2016

La Sostenibilità e Linux

Leggi il post completo su  http://www.andreapancotti.com/wordpress/la-sostenibilita-e-linux/

Un ragionamento personale sulla tecnologia, i computer ed i sistemi operativi.


Ho installato una versione del sistema operativo di Linux chiamata Lubuntu su un computer del febbraio 2017 e funziona meglio di molti computer acquistati recentemente con sopra il sistema operativo Windows.


Funziona tutto, ho provato a guardare un video su YouTube e fila tutto liscio, così come Facebook o una ricerca di immagini. Ho creato semplici files di Word e di Excel, senza un minimo rallentamento.


Questo mi fa pensare: ma come e' possibile usare tecnologia di 10 anni fa per fare le stesse cose di un computer moderno, senza notarne la differenza? Ha senso rincorrere la novità invece di utilizzare meglio le tecnologie che esistono già?


Il paragone, semplicistico, sarebbe: 10 anni fa avevamo delle Ferrari che viaggiavano come delle Panda. Ora abbiamo delle Formula 1 che viaggiano come Panda! Non avrebbe senso usare le Ferrari di 10 anni fa e farle viaggiare come Ferrari di 10 anni fa?


Questo porterebbe a molteplici vantaggi, due che mi balzano subito in mente sarebbero il risparmio economico, non servirebbe più correre dietro agli avanzamenti hardware, allungamento del ciclo di vita della tecnologia, risparmio sui costi software, molte versioni di Linux sono gratuite, meno inquinamento, non tutti sanno che i computer inquinano tantissimo, etc...


Ovvio che c'e' il rovescio della medaglia, meno soldi per investire nella tecnologia, forse qualche posto di lavoro in meno, etc...


Il discorso potrebbe diventare complicato, ma valutare di inserire le tecnologie "open" in alcuni settori della Pubblica Amministrazione non sarebbe una cattiva idea.


Ora vi lascio, mi vado a mettere in coda per comprare il nuovo IPhone.





La Sostenibilità e Linux

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Un ragionamento personale sulla tecnologia, i computer ed i sistemi operativi.


Ho installato una versione del sistema operativo di Linux chiamata Lubuntu su un computer del febbraio 2017 e funziona meglio di molti computer acquistati recentemente con sopra il sistema operativo Windows.


Funziona tutto, ho provato a guardare un video su YouTube e fila tutto liscio, così come Facebook o una ricerca di immagini. Ho creato semplici files di Word e di Excel, senza un minimo rallentamento.


Questo mi fa pensare: ma come e' possibile usare tecnologia di 10 anni fa per fare le stesse cose di un computer moderno, senza notarne la differenza? Ha senso rincorrere la novità invece di utilizzare meglio le tecnologie che esistono già?


Il paragone, semplicistico, sarebbe: 10 anni fa avevamo delle Ferrari che viaggiavano come delle Panda. Ora abbiamo delle Formula 1 che viaggiano come Panda! Non avrebbe senso usare le Ferrari di 10 anni fa e farle viaggiare come Ferrari di 10 anni fa?


Questo porterebbe a molteplici vantaggi, due che mi balzano subito in mente sarebbero il risparmio economico, non servirebbe più correre dietro agli avanzamenti hardware, allungamento del ciclo di vita della tecnologia, risparmio sui costi software, molte versioni di Linux sono gratuite, meno inquinamento, non tutti sanno che i computer inquinano tantissimo, etc...


Ovvio che c'e' il rovescio della medaglia, meno soldi per investire nella tecnologia, forse qualche posto di lavoro in meno, etc...


Il discorso potrebbe diventare complicato, ma valutare di inserire le tecnologie "open" in alcuni settori della Pubblica Amministrazione non sarebbe una cattiva idea.


Ora vi lascio, mi vado a mettere in coda per comprare il nuovo IPhone.





mercoledì 21 settembre 2016

Internet, il Mistero, Google, la Magia e l' Eco

Leggi il post completo su  http://www.andreapancotti.com/wordpress/internet-il-mistero-google-la-magia-e-l-eco/

Recentemente mi sono imbattuto in alcune situazioni che mi hanno fatto pensare all'importanza del "Mistero" e di quello che grazie ad Internet e Google ci siamo persi...


Un caso e' stato La Mano Nera, sul mio sito di magia prestigiazione.it ha parlato "male" della situazione magica italiana indicando l'acqua calda, l'altro e' il profilo "farlocco" di facebook che si chiama Mario Rossi, che parla del comune dove vivo, Saluggia, indicando anche lui l'acqua calda.


Ma fin qui tutto normale.


La cosa che mi ha dato da pensare e che in tutti e due i casi pochi si sono concentrati sul messaggio che veniva trasmesso e tutti si sono accapigliati per scoprire l'identità dei due personaggi.


In questa epoca dove Internet e Google rispondono a tutti i quesiti in una frazione di secondo, non siamo più capaci di abbracciare il "non sapere", il Mistero, ed andiamo in crisi quando ci troviamo davanti qualcosa a cui non riusciamo a dare un nome, una spiegazione.


Subito i due personaggi sono stati aggrediti verbalmente, "non sei nessuno", "non si parla a chi non ha il coraggio di metterci la faccia", "sono sicuro che sei TizioCaio", mentre invece poche persone hanno afferrato il messaggio e lo hanno affrontato, elaborato ed ampliato. O comunque approfittato dell'occasione per imbastire un discorso serio sui problemi portati alla ribalta.


Questo succede spesso a chi, come me, e' appassionato di Magia. E' sempre più difficile stupire le persone, lasciarle a bocca aperta, veicolare un messaggio, vedono ogni magia come una sfida alla propria intelligenza ed alla propria conoscenza, ignorando il fatto che il "trucco" serve a meravigliare le persone, non a farle risolvere enigmi, anche se il risultato finale e' sempre dovuta la capacità del performer di mettere gli accenti nei posti giusti...


Su questo argomento consiglio il libro di Mariano Tomatis L'Arte di Stupire, che oltre a spiegare la meccanica dello stupore, pubblica alcune storie davvero interessanti, come gli "atti casuali di gentilezza", di cui abbiamo tutti molto bisogno.


Cosa centra l' eco? Beh, Eco, Umberto Eco, diceva "Internet? Ha dato diritto di parola agli imbecilli", questo a pieno titolo mi legittima a dire la mia.


Buongiornissimo.





Internet, il Mistero, Google, la Magia e l' Eco

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Recentemente mi sono imbattuto in alcune situazioni che mi hanno fatto pensare all'importanza del "Mistero" e di quello che grazie ad Internet e Google ci siamo persi...


Un caso e' stato La Mano Nera, sul mio sito di magia prestigiazione.it ha parlato "male" della situazione magica italiana indicando l'acqua calda, l'altro e' il profilo "farlocco" di facebook che si chiama Mario Rossi, che parla del comune dove vivo, Saluggia, indicando anche lui l'acqua calda.


Ma fin qui tutto normale.


La cosa che mi ha dato da pensare e che in tutti e due i casi pochi si sono concentrati sul messaggio che veniva trasmesso e tutti si sono accapigliati per scoprire l'identità dei due personaggi.


In questa epoca dove Internet e Google rispondono a tutti i quesiti in una frazione di secondo, non siamo più capaci di abbracciare il "non sapere", il Mistero, ed andiamo in crisi quando ci troviamo davanti qualcosa a cui non riusciamo a dare un nome, una spiegazione.


Subito i due personaggi sono stati aggrediti verbalmente, "non sei nessuno", "non si parla a chi non ha il coraggio di metterci la faccia", "sono sicuro che sei TizioCaio", mentre invece poche persone hanno afferrato il messaggio e lo hanno affrontato, elaborato ed ampliato. O comunque approfittato dell'occasione per imbastire un discorso serio sui problemi portati alla ribalta.


Questo succede spesso a chi, come me, e' appassionato di Magia. E' sempre più difficile stupire le persone, lasciarle a bocca aperta, veicolare un messaggio, vedono ogni magia come una sfida alla propria intelligenza ed alla propria conoscenza, ignorando il fatto che il "trucco" serve a meravigliare le persone, non a farle risolvere enigmi, anche se il risultato finale e' sempre dovuta la capacità del performer di mettere gli accenti nei posti giusti...


Su questo argomento consiglio il libro di Mariano Tomatis L'Arte di Stupire, che oltre a spiegare la meccanica dello stupore, pubblica alcune storie davvero interessanti, come gli "atti casuali di gentilezza", di cui abbiamo tutti molto bisogno.


Cosa centra l' eco? Beh, Eco, Umberto Eco, diceva "Internet? Ha dato diritto di parola agli imbecilli", questo a pieno titolo mi legittima a dire la mia.


Buongiornissimo.





Anelare

Leggi il post completo su  http://www.andreapancotti.com/wordpress/anelare/

v. intr. [dal lat. anhelare, forse affine a halare «soffiare»] (io anèlo, ecc.; aus. avere), letter. – 1. Respirare affannosamente, ansare: si senton più presso alle spalle Anelare il temuto destrier (Manzoni); anelava tutta sudata nel salire la via erta (Verga). Nell'uso poet., anche trans., esalare, mandar fuori: dal fulminato petto Fiamma e sangue anelava (Caro). Con uso sostantivato, respiro anelante: un grave e spesso Anelar gli ange il petto, e i fianchi scote (T. Tasso). 2. fig. Aspirare ardentemente a qualche cosa: a. alla gloria; anelava di poter tramandare ai posteri il suo nome; meno com., trans.: a. il martirio. ◆ Part. pres. anelante, anche come agg., ansante: respirava faticosamente, col petto anelante; Qual dopo lunga e faticosa caccia Tornansi mesti ed anelanti i cani (T. Tasso).




Anelare

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v. intr. [dal lat. anhelare, forse affine a halare «soffiare»] (io anèlo, ecc.; aus. avere), letter. – 1. Respirare affannosamente, ansare: si senton più presso alle spalle Anelare il temuto destrier (Manzoni); anelava tutta sudata nel salire la via erta (Verga). Nell'uso poet., anche trans., esalare, mandar fuori: dal fulminato petto Fiamma e sangue anelava (Caro). Con uso sostantivato, respiro anelante: un grave e spesso Anelar gli ange il petto, e i fianchi scote (T. Tasso). 2. fig. Aspirare ardentemente a qualche cosa: a. alla gloria; anelava di poter tramandare ai posteri il suo nome; meno com., trans.: a. il martirio. ◆ Part. pres. anelante, anche come agg., ansante: respirava faticosamente, col petto anelante; Qual dopo lunga e faticosa caccia Tornansi mesti ed anelanti i cani (T. Tasso).




lunedì 5 settembre 2016

Essere o non essere Charlie Hebdo...

Leggi il post completo su  http://www.andreapancotti.com/wordpress/essere-o-non-essere-charlie-hebdo/

Offendere i Mussulmani e' OK, mentre offendere i terremotati italiani no.


Secondo me in Italia non si ha ben presente che cosa sia il giornale Charlie Hebdo, wikipedia dice:


Charlie Hebdo è un periodico settimanale satirico francese dallo spirito caustico e irriverente.


Ma non come il nostro "Cuore" o "Vernacoliere". Di più e peggio, non stupisce il fatto che abbia pubblicato una vignetta di cattivo gusto, come lo erano quelle su Maometto, sul terremoto.


Il senso della vignetta sul terremoto in Italia era abbastanza chiaro, se non ci si ferma solo al contenuto del disegno, gli edifici italiani cadono durante i terremoti perchè costruiti male.


Moltissimi italiani si sono indignati, fino ad arrivare ad un noto giornale italiano, Il Tempo, che ha pubblicato, come risposta, una vignetta ancora più brutta e di cattivo gusto, assolutamente non necessaria.


Allora Charlie Hebdo e' uscito con un'altra vignetta ancora più inutile dove si dava la colpa dei crolli alla mafia, cosa assolutamente giusta e condivisibile. Sicuramente una caduta di stile peggiore di tutte per questo giornale.


Tutto questo mi lascia un po' perplesso...Tutti a cambiare il proprio status sui social network se subiscono un attentato per aver offeso Maometto e gli islamici, ed ora tutti a lamentarsi se offende i terremotati.


Non mi e' mai piaciuta come rivista, non ho scritto #jesuischarlie, ora non mi scandalizzo per le vignette di pessimo gusto, mi scandalizzo pero' per la reazione sciocca degli italioti, del giornale "Il Tempo" e della replica del giornale francese.




Essere o non essere Charlie Hebdo...

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Offendere i Mussulmani e' OK, mentre offendere i terremotati italiani no.


Secondo me in Italia non si ha ben presente che cosa sia il giornale Charlie Hebdo, wikipedia dice:


Charlie Hebdo è un periodico settimanale satirico francese dallo spirito caustico e irriverente.


Ma non come il nostro "Cuore" o "Vernacoliere". Di più e peggio, non stupisce il fatto che abbia pubblicato una vignetta di cattivo gusto, come lo erano quelle su Maometto, sul terremoto.


Il senso della vignetta sul terremoto in Italia era abbastanza chiaro, se non ci si ferma solo al contenuto del disegno, gli edifici italiani cadono durante i terremoti perchè costruiti male.


Moltissimi italiani si sono indignati, fino ad arrivare ad un noto giornale italiano, Il Tempo, che ha pubblicato, come risposta, una vignetta ancora più brutta e di cattivo gusto, assolutamente non necessaria.


Allora Charlie Hebdo e' uscito con un'altra vignetta ancora più inutile dove si dava la colpa dei crolli alla mafia, cosa assolutamente giusta e condivisibile. Sicuramente una caduta di stile peggiore di tutte per questo giornale.


Tutto questo mi lascia un po' perplesso...Tutti a cambiare il proprio status sui social network se subiscono un attentato per aver offeso Maometto e gli islamici, ed ora tutti a lamentarsi se offende i terremotati.


Non mi e' mai piaciuta come rivista, non ho scritto #jesuischarlie, ora non mi scandalizzo per le vignette di pessimo gusto, mi scandalizzo pero' per la reazione sciocca degli italioti, del giornale "Il Tempo" e della replica del giornale francese.




giovedì 1 settembre 2016

Esecrabile

Leggi il post completo su  http://www.andreapancotti.com/wordpress/esecrabile/

eṡecràbile agg. [dal lat. exsecrabĭlis]. – Che merita di essere esecrato: sacrilegio, bestemmia, delitto esecrabile. Per estens., condannabile, riprovevole: ti sei comportato in modo davvero e.; di opera d'arte o dell'ingegno, pessimo: è una commedia e.; quadro, architettura e.; di persona, odioso, antipatico: è un uomo esecrabile. ◆ Avv. eṡecrabilménte, in modo esecrabile: si sono comportati esecrabilmente; estens., scherz.: parla (o scrive) il francese esecrabilmente.




Esecrabile

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eṡecràbile agg. [dal lat. exsecrabĭlis]. – Che merita di essere esecrato: sacrilegio, bestemmia, delitto esecrabile. Per estens., condannabile, riprovevole: ti sei comportato in modo davvero e.; di opera d'arte o dell'ingegno, pessimo: è una commedia e.; quadro, architettura e.; di persona, odioso, antipatico: è un uomo esecrabile. ◆ Avv. eṡecrabilménte, in modo esecrabile: si sono comportati esecrabilmente; estens., scherz.: parla (o scrive) il francese esecrabilmente.